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L’azienda

apicultore con favo di api e ragazzi che guardano
L’azienda nasce nel 2012 quando, insieme a mio marito, abbiamo deciso di professionalizzare una passione per le api che continuava ormai da due generazioni.
Per mio suocero era un simpatico hobby, una passione che rendeva felici gli amici ed i parenti. Ora è diventata un’attività che ci permette di offrire a tutti lo stesso prodotto naturale con cui abbiamo fatto crescere i nostri figli.

Il laboratorio

Tutto fatto in casa

Le operazioni di smielatura vengono da noi effettuate in maniera interamente manuale: i melari contenenti i favi vengono trasportati presso il nostro laboratorio dove vengono deumidificati per un’intera notte.

Il giorno dopo si provvede alla disopercolatura (apertura dei tappi di cera posti dalle api a chiusura delle singole celle contenenti miele) e centrifuga.

Il miele cosi raccolto viene immediatamente riposto nei maturatori passando attraverso un filtro di acciaio inox ed uno di tela che trattengono eventuali residui di cera. A questo punto il miele viene lasciato riposare per circa 3 settimane e poi invasettato senza subire alcun trattamento termico o di altro tipo.

Questo può causarne, nel tempo, la cristalizzazione ma ci permette di mantenere “vivo” il miele evitando di alterare enzimi e vitamine che fanno di questo alimento un concentrato di benefici per l’organismo umano

Il laboratorio

Tutto fatto in casa

Le operazioni di smielatura vengono da noi effettuate in maniera interamente manuale: i melari contenenti i favi vengono trasportati presso il nostro laboratorio dove vengono deumidificati per un’intera notte.

Il giorno dopo si provvede alla disopercolatura (apertura dei tappi di cera posti dalle api a chiusura delle singole celle contenenti miele) e centrifuga.

Il miele cosi raccolto viene immediatamente riposto nei maturatori passando attraverso un filtro di acciaio inox ed uno di tela che trattengono eventuali residui di cera. A questo punto il miele viene lasciato riposare per circa 3 settimane e poi invasettato senza subire alcun trattamento termico o di altro tipo.

Questo può causarne, nel tempo, la cristalizzazione ma ci permette di mantenere “vivo” il miele evitando di alterare enzimi e vitamine che fanno di questo alimento un concentrato di benefici per l’organismo umano

I nostri apiari

Per poter ottenere i mieli uniflorali che offriamo occorre spostare le api ed “inseguire” le diverse fioriture di cui è ricca la nostra bella Italia.

Il nostro lavoro è organizzato su due apiari di invernamento e sviluppo nuove colonie nei pressi della nostra sede aziendale e su di una serie di apiari più lontani (da Valle San Bartolomeo al colle di Cadibona) che consentono alle nostre api di bottinare le diverse fioriture a seconda del periodo dell’anno. Come si evince dalle foto che seguono la scelta di una posizione piuttosto che un’altra è fondamentale per la qualità del miele che se ne ricaverà, oltre alle disponibilità nettarifere ci preoccupiamo di cercare ambienti lontani da fonti di inquinamento ed il più possibile incontaminati.

Curiosità sulle nostre api

L’ape domestica costituisce la società animale più studiata ed ammirata. È una società matriarcale suddivisa in tre caste, tutte alate.

In un alveare vivono, oltre ad una regina, unica femmina fertile, un numero variabile di operaie che, a seconda del periodo dell’anno, oscilla tra le 30.000 e 100.000 unità e che si occupano di tutte le attività della colonia, dalla difesa alla costruzione dei favi, dal nutrimento delle larve alla raccolta e lavorazione di polline e nettare nonché, ovviamente, alla produzione del miele.

Da aprile a luglio vi sono anche 500/2000 maschi (detti anche fuchi), che sono destinati esclusivamente alla riproduzione.

La regina, particolarmente prolifica, ha il compito di deporre le uova e di coordinare e regolare le attività della colonia; è più grande delle operaie e può vivere anche 4 o 5 anni. 

I maschi hanno soltanto il compito di fecondare le nuove regine. La vita media di un’operaia è intorno ai 30 – 45 giorni; è più lunga se l’ape nasce in autunno e perciò destinata allo svernamento.

La caratteristica più incredibile ed affascinante delle operaie è sicuramente la capacità di trasmettersi informazioni con una sorta di linguaggio simbolico. Esse svolgono compiti diversi in ordinata successione dei ruoli a seconda dell’età: cominciano con la pulizia delle celle che devono essere riutilizzate, poi passano alla produzione di pappa reale, la nutrizione delle larve, la costruzione dei favi di cera ed infine i compiti “esterni” all’alveare: la difesa dell’ingresso ed, infine, diventano bottinatrici, ossia incaricate di andare a raccogliere nettare, polline acqua e propoli.

Le informazioni che trasmettono con la famosa danza contengono dati di posizione tra campo fiorito, alveare e sole. Alla fine di poco più di un mese l’ape operaia riprende mansioni casalinghe (ventilazione e riscaldamento del nido, sua pulizia e difesa, etc.), fino a che, sentendo vicina la fine, si allontana dalla comunità e muore lontano da essa per non contaminare l’alveare col suo cadavere.

Fecondazione

Appena sfarfalla, la nuova regina si avvicina alle celle delle altre ‘principesse’ sue sorelle e, una dopo l’altra, le uccide tutte.
Dopodichè si porta all’ingresso dell’alveare ed inizia il volo nuziale.

Essa si innalza a grandi altezze, seguita dalla folla dei fuchi, il più possente dei quali la raggiunge ed ha luogo, in volo, il primo accoppiamento. La copula comporta l’inevitabile morte del maschio, poiché i suoi organi genitali restano infissi nel corpo della femmina ed esso deve strapparli per allontanarsi.

La regina ha la facoltà di controllare il processo di fecondazione. Le uova non fecondate producono fuchi mentre le uova fecondate producono femmine.

Nel periodo in cui il raccolto di nettare è abbondante, una regina arriva a deporre fino a 2000-3000 uova al giorno, attaccando ciascun uovo sul fondo di una cella. L’uovo si schiude dopo circa 3 giorni dalla deposizione e ne emerge una minuscola larva vermiforme.

La deposizione di uova viene interrotta nei periodi con clima più freddo, per il nord Italia dal tardo autunno all’inizio della primavera.

Per tre giorni tutte le larve vengono alimentate con la pappa reale, dopodiché le larve dei fuchi e delle operaie ricevono principalmente miele e polline, mentre le larve delle regine saranno nutrite, per tutta la vita, con gelatina reale.

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